Esiste una comunità Python italiana?

Ogni anno la Python Sotware Foundation invita a riempire un questionario, il Python Developers Survey, per sentire il polso della comunità globale di sviluppatori che ruota intorno a Python. Era da qualche settimana che avevo scaricato i risultati del 2019, e finalmente mi sono deciso a dargli un'occhiata, soprattutto per quanto riguarda le risposte che sono arrivate dall'Italia. Ecco alcune riflessioni su quello che ho trovato.

Per prima cosa, una precisazione importante: s'intende che chi risponde al questionario è solo una minima frazione di chi programma in Python, nel mondo come in Italia. Per rispondere occorre prima di tutto sapere che il questionario esiste; e per questo occorre avere qualche nozione sull'esistenza di una Python Software Foundation, magari seguire un pochino i forum dove il questionario è pubblicizzato, insomma essere esposti anche di sfuggita al mondo che ruota intorno a Python - alla sua comunità.
Ed è proprio questo l'aspetto più interessante, almeno per me. Non saprei dire fino a che punto i risultati del questionario rispecchiano la realtà di chi programma in Python. Tuttavia, credo che riflettano abbastanza la realtà di chi programma in Python e si interessa anche al mondo Python, almeno un poco.

E quindi, noi come siamo messi? Intanto, il numero grezzo: 410 risposte sono targate "Italy". Sono tante, sono poche? Beh, intanto va detto che indicare il Paese non era obbligatorio. Tra le risposte che riportano questa indicazione, diciamo che siamo messi abbastanza male ma non malissimo. Tra i Paesi europei paragonabili al nostro per popolazione, la Polonia ha più risposte delle nostre (530), la Francia ne ha più del doppio (913) e la Germania più del triplo (1411). Però la Spagna è messa come noi (423); e curiosamente il Giappone (207) sta molto peggio. I dati di Stati Uniti (4492), Gran Bretagna (1150), Canada (710) e Australia (397) vanno presi con le molle perché ovviamente gli sviluppatori di lingua inglese sentono meno il bisogno di indicare il Paese di provenienza.

Nel compesso, mi sembrano numeri in linea con la complessiva arretratezza informatica del nostro Paese nei confronti dei nostri vicini europei. Tanto per capirci, la Finlandia ha inviato un terzo delle nostre risposte (142) avendo però un decimo della nostra popolazione. Ma credo che più o meno gli stessi rapporti si troverebbero facendo questionari per tutti gli altri linguaggi e tecnologie. Semplicemente, siamo un Paese arretrato e non c'è molto da fare.

Una considerazione più specifica riguarda l'età. Apparentemente, la comunità Python in Italia è un po' più vecchia:
  %    tutti Italia
18-20     8    5
21-29    42   32
30-39    31   33
40-49    12   17
50-59     5    9
60+       2    3
e usa Python da un po' più tempo:
    %   tutti Italia
<1 anno   21   12
1-2 anni  23   18
3-5 anni  30   30
6-10 anni 16   22
11+ anni  10   16
oltre ad avere, in generale, un po' più esperienza di programmazione:
%   tutti  Italia
<1 anno   29   19
1-2 anni  20   21
3-5 anni  20   20
6-10 anni 14   14
11+ anni  17   26

Questo sembra essere confermato dalla domanda sul sistema operativo usato:
   %   tutti Italia
Linux    46   54
Windows  31   29
MacOs    20   16
e da quella sul provider usato per aggiornare Python:
   %         tutti  Italia
apt-get etc.   23    31
python.org     20    20

Lo ripeto ancora: questi numeri probabilmente non rispecchiano la situazione di tutti i programmatori Python, ma solo di quella parte abbastanza coinvolta da sapere dell'esistenza del questionario e da voler perdere del tempo a compilarlo. La comunità, se volete.

Per quanto riguarda l'uso di Python nello specifico, in realtà non ho trovato molti scostamenti dalla media. Per lo più Python si usa per fare data analysis, web development e operazioni da sysadmin; quasi il 90% è ormai passato a Python 3; tra i web framework, c'è una leggera prevalenza di Flask su Django; tutti amano NumPy, Pandas e Matplotlib; e tutti sviluppano con Visual Studio Code e PyCharm. In generale, i grafici riassuntivi valgono anche per l'Italia.
In realtà ho l'impressione che, nonostante Python sia ormai decisamente un linguaggio di massa, gli sviluppatori Python abbiano ancora conservato qualcosa dello spirito di "élite" di dieci-quindici anni fa, e quindi in un certo senso finiscano per somigliarsi un po' tutti nell'adozione di certe tecnologie e pratiche "sane": chi lavora in Python tende a usare container e virtualizzazione, a testare il codice e così via.
Da questo punto di vista, un programmatore Python italiano non sembra poi molto diverso da uno americano, e questa è senz'altro una buona cosa.

Dove invece si nota una differenza, mi sembra, è nel profilo anagrafico di questa comunità. E la comunità italiana sta diventando... come dire... un po' anzianotta, ecco. Si intuisce che si tratta per lo più di persone che hanno imparato Python molti anni fa, nell'ambiente Linux, e che sono rimasti "dentro" il mondo Python da quell'epoca. Il ricambio generazionale è più lento della media degli altri Paesi.

Preferisco ripeterlo ancora una volta (la terza!): non sto parlando qui degli sviluppatori Python in generale, ma di quella parte che, oltre a usare Python, ci resta "attaccato" in qualche modo. Parlo di quelli che si interessano all'evoluzione di Python, che seguono le PEP e le nuove versioni, che vanno alle conferenze (almeno virtualmente) e frequentano i forum; parlo di quelli che più o meno sanno chi sono i core developers e hanno idea di quali pacchetti fanno tendenza; di quelli che, magari, restituiscono parte di quanto hanno ricevuto, mettendo a disposizione il loro codice e aiutando i nuovi arrivati. Parlo della comunità, insomma.

Ora, questo invecchiamento potrebbe essere una conseguenza della nostra demografia generale dove, semplicemente, i giovani scarseggiano. Potrebbe essere anche il risultato del gigantesco impoverimento economico selettivo e programmato in un Paese che da molti anni ormai sta consistentemente dirottando le risorse dalle fasce più giovani verso le fasce più anziane (e votanti) della popolazione. Forse oggi i giovani che si accostano a Python lo fanno solo più con un atteggiamento predatorio, interessati ad acquisire rapidamente dei gettoni di competenza convertibili in opportunità di lavoro; e non hanno tempo ed energie per affezionarsi, dedicare del tempo al linguaggio, restituire... fare comunità, appunto.

Ma poi, è così importante avere una community Python italiana? Dopo tutto, guidiamo la macchina tutti i giorni senza essere appassionati di motori. Ma tutte le community sono piccole in rapporto al numero totale di utenti: non è questo il punto. Piuttosto, a giudicare da questi dati (opinionabili, ci mancherebbe) sembra che la community Python italiana sia un po' più piccola e un po' più fragile rispetto alla media. E questo è un problema?
Francamente sì, a maggior ragione in un Paese disperatamente non anglofono come il nostro. Intanto perché c'è differenza tra essere semplici utenti di una tecnologia ed essere, potenzialmente, protagonisti del suo sviluppo: e solo una comunità ampia di persone interessate e consapevoli può produrre, eventualmente, degli sviluppatori di questo tipo.
E poi soprattutto per un discorso culturale. Noi possiamo, e dobbiamo!, invocare più risorse del governo, chiedere corsi universitari migliori e così via. Ma solo una comunità estesa e attiva può moltiplicare quantità e qualità degli sviluppatori Python, in un modo che nessun corso universitario potrà mai fare. E questo a sua volta andrà a vantaggio del mercato, delle aziende che avranno più scelta, degli sviluppatori che avranno modo di imparare di più, di farsi conoscere di più. Andrà a vantaggio dell'alfabetizzazione informatica dell'Italia e della qualità e quantità di software prodotto nel nostro Paese.

Potrebbe valerne la pena.

Commenti

  1. Indipendentemente dallo specifico mondo "Python", l'Italia non è che abbia poi brillato molto quanto a "comunity" digitali, vuoi per l'età mediamente alta, vuoi per il livello di conoscenza della materia piuttosto basso ovvero la poca "connessione" che si è avuta per lungo tempo (alti costi e bassa qualità) e che solo recentemente sta dando segni di migliorare.
    Se è importante avere una comunity python italiana? : Si certamente, i gruppi attivi "attirano" persone potenzialmente interessate e, magari, contribuiscono ad evitare che qualche spugna venga gettata. Alla fine, seppur modesto, produce un aumento di "consapevolezza", una migliore conoscenza di un "mezzo" utile sotto svariati aspetti ... ma questo è, un po', accademia.

    In particolare, del post, mi ha colpito il passaggio :
    "Potrebbe essere anche il risultato del gigantesco impoverimento economico selettivo e programmato in un Paese che da molti anni ormai sta consistentemente dirottando le risorse dalle fasce più giovani verso le fasce più anziane (e votanti) della popolazione."
    Faccenda, ahinoi, senz'altro vera ma che andrebbe inquadrata in un (più esatto) contesto generale di drenaggio delle risorse nelle mani di "pochi" a discapito di tutte le fasce "popolari" ... esiste una mentalità di rapina a livello culturale (liberismo) che è imperante a livello globale, l'atteggiamento "predatorio" dei giovani non è solo frutto del disperato bisogno cui sono costretti ma anche del "modello" avuto ad esempio : è frutto della cultura socialmente fornita.

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